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Le Bagnarote: Sculture che Raccontano la Tenacia e la Bellezza di Bagnara Calabra

Tipo di progetto

Scultura

Data

Ottobre 2022

Luogo

Bagnara Calabra

Materiali

Terraglia bianca

Le Bagnarote sono una figura fondamentale della storia del mio paese, Bagnara Calabra. Queste donne sono state raccontate da scrittori, poeti e giornalisti, che hanno dedicato loro pagine piene di ammirazione. Dopo il terremoto del 1783, la piccola comunità di Bagnara, come tante altre nella provincia reggina, venne distrutta. Le donne, rimaste spesso senza uomini — padri, mariti, fratelli — non si sono arrese. Anzi, si sono rimboccate le maniche e hanno ricostruito una nuova Bagnara, diventando il vero pilastro della comunità, in una sorta di rinascita sociale basata sul matriarcato.

Le Bagnarote erano note per la loro abilità nel baratto e nel commercio, e si distinguevano per i rapporti che sapevano instaurare con la gente dei paesi circostanti, inclusa la Sicilia. Nel XIX secolo, lo studioso Cardone le descrive in un saggio etnografico, suddividendole in tre ceti: quelle nobili, quelle della media borghesia che si dedicavano a lavori come il filato e la maglia, e infine le “Bagnarote” vere e proprie, che si occupavano dei lavori più umili e pesanti.

Queste donne, simili a Cariatidi moderne, trasportavano di tutto: dall’uva durante la vendemmia ai materiali per la costruzione delle case, muovendosi di comunità in comunità, spesso attraversando lo Stretto di Messina sulle prime navi da trasporto. Sono diventate una vera e propria categoria sociale, simbolo di tenacia e dedizione. È interessante notare come queste donne si ribellarono persino a un’ordinanza fascista che le obbligava a portare le scarpe nelle stazioni ferroviarie, continuando a camminare scalze, come era loro abitudine.

Questa storia vive nelle sculture che ho realizzato per i ristoranti, Le Saie e Zefiro, con la loro cucina profondamente legata al territorio e alla storia di Bagnara, ma in modo differente. Infatti, da un lato Le Saie, di cui il nome stesso fa riferimento ai vestiti caratteristici delle Bagnarote a lavoro, è più legato alla tradizione e alla storia del paese, preferendo cogliere il vissuto faticoso della Bagnarota e la sua tenacia. Per questo ho raffigurato un volto anziano, provato dalle fatiche della vita e dal duro lavoro, ma con uno sguardo ferreo che potesse comunicare la sua tenacia e la sua inflessibilità, tipiche del carattere e dell’animo delle Bagnarote.

Dall’altro lato, Zefiro si ispira alla tradizione ma la ripropone in modo innovativo e fresco; ho cercato di rappresentare questo modellando una figura vestita con il tipico abbigliamento da Bagnarota, ma giovane e bella, con un viso ancora non segnato dalla vita dura delle Bagnarote. Una Bagnarota che, quasi come una Venere, potesse racchiudere la bellezza, descritta da poeti e scrittori, e la giovinezza incorrotte, così da catturare l’attenzione dello spettatore, che, guardandosi intorno o assaporando la cucina proposta da Zefiro, possa rivedere nella realtà intorno a sé qualcosa di fresco, giovane e bello.

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